Osservazioni generali sulle interviste ai consumatori
Le domande rivolte ai consumatori hanno riguardato soprattutto l’acquisto e la preparazione della carne come alimento.
Da queste interviste non sono emerse informazioni rilevanti sul piano linguistico, neppure tra coloro che nelle campagne avevano la possibilità di macellare animali e consumare le carni.
Molto interessanti si sono rivelate, però, le informazioni riguardanti il consumo di carne.
Si conferma, per esempio, come in passato il consumo di carne fosse molto limitato, giacché strettamente legato al reddito e la carne era ritenuta un lusso che solo le classi ricche e benestanti si potevano permettere.
Generalmente, il consumo di carne era limitato alla domenica e/o ai soli giorni di festa.
Sebbene l’uso di allevare animali da cortile (galline, oche, pecore, capre) fosse molto comune, non tutte le famiglie si potevano permettere di macellare questi animali per il consumo familiare di carne, giacché generalmente, questi costituivano un’importante fonte di reddito con la vendita dei prodotti da essi forniti, particolarmente uova e latte.
Le famiglie più povere e dei braccianti, privi di un reddito fisso, mantenevano un’alimentazione esclusivamente vegetariana e dovevano aspettare la morte naturale dell’animale per poterne usare anche le carni.
Diversa era la situazione fra i contadini “burgisi”, ossia fra coloro che possedevano appezzamenti di terreno e in grado di poter allevare animali da cortile e da macello. Infatti, fra costoro, il consumo di carne era molto comune e abituale. Anzi, era usuale il consumo di galline e talvolta la macellazione dei maiali o del bovino.
In questi casi le uniche limitazioni al consumo della carne erano di carattere religioso.
Dal consumo di qualsiasi tipo di carne si rispettava spesso, l’astensione in tutti i venerdì dell’anno e per l’intero periodo di Quaresima.
Per questo motivo, nei giorni di Carnevale, era uso macellare un maiale da consumare, interamente, entro la mezzanotte del giorno che precedeva il mercoledì delle ceneri. E, in quel giorno, era abitudine di alcune famiglie preparare la cena per ben due volte: la prima all’orario consueto della cena, che avveniva subito dopo il tramonto; la seconda nelle ore precedenti la mezzanotte.
Era, inoltre, buona norma igienica non mangiare carne di maiale nel periodo estivo, e fino al giorno otto di settembre, in cui si festeggia la natività della Vergine (a bambina).
Proprio in questo giorno si era soliti riunirsi in gruppi sui carretti e recarsi nella vicina Ribera per comprare la salsiccia.
Un solo informatore ha riferito che, nel caso in cui il caldo persistesse, l’astensione dalla carne di maiale si protraeva fino al giorno undici di novembre, ossia fino alla cosiddetta estate di San Martino.